È ora di fuggire da Facebook, ma come?

Facebook ha superato ogni limite. Lo ha sempre fatto. Ma ora bisogna iniziare a porsi seriamente il problema di come liberarsene, anche se potrebbe sembrare ormai troppo tardi.


Crowd Simulation (escape) from Christos Parliaros on Vimeo.

Un passo indietro

Non posso essere considerato "scettico" riguardo alle potenzialità di facebook.
Al contrario, posso considerarmi un early adopter, o un utente precoce in italiano.
Ho guardato con interesse facebook da subito, prima con qualche test, e poi dal 2007 con quello che è il mio attuale account.
E come spesso mi succede nei confronti delle varie innovazioni tecnologiche, in questi 6 anni ne ho descritto le caratteristiche a quelli che da curiosi o scettici son finiti per diventarne i più assidui utenti.
Per questo mi sento legittimato a ragionare sul fatto che bisogna considerare necessaria una inversione di rotta, proprio su facebook.

Ha superato ogni limite. Ancora. E ancora.

Quello che dovrebbe essere un punto di non ritorno, che dovrebbe esaurire la pazienza delle persone, ovvero ciò che ci fa pronunciare "hai superato ogni limite!" con senso di sdegno e oltraggio, nel caso di facebook non è un istante ben preciso nella sua storia, ma è la condizione naturale.
Facebook in questi anni di continua diffusione è riuscito a superare ogni limite al quale potevamo essere stati abituati dalle regole di Internet, della tecnologia, della morale, dei rapporti sociali.
Ogni volta che facebook cambia qualcosa, si aprono le schiere delle persone che annunciano che bisogna fare qualcosa, crescono i gruppi di rivoltosi che fanno le dichiarazioni più sdegnate impegnandosi a cancellarsi per sempre dal social network, ma raramente lo fanno.
Che si tratti di spostare leggermente qualche componente nella sua grafica, o che vengano usate in modo spudorato quelle informazioni che abbiamo caricato sul social network e consideravamo le parti più riservate della nostra intimità, passa un po' di tempo e finiamo per berci tutto.
Ci abituiamo, non ci sembra così male, scopriamo che insieme ai problemi tutto sommato c'è qualcosa di buono in questi cambiamenti, e poi "non è successo niente di così grave".
E dopo, senza rendercene conto il confine della privacy, e della nostra dipendenza da questo strumento, per noi e per il mondo si è spostato di un'altro metro un po' più in là.
E la concorrenza (leggi ad es. google) è costretta a rincorrere e a fare tutte quelle cose cattive che sembrava avesse giurato di non fare.

Servitù di passaggio

Insieme alle persone che si lamentano, c'è sempre qualcuno che dice: "questo è un servizio gratuito", "se non ti sta bene come funziona, non sei obbligato ad usarlo, puoi sempre andartene", "l'azienda che lo ha creato ne può fare quello che vuole".
Questo diritto di vita e di morte sancito, quando ci si iscrive, dall'accettazione di un contratto che nessuno legge (il famigerato EULA) deve essere legittimamente messo in discussione.

Quando una proprietà privata cresce diventando così importante o comunque influenzando la vita delle persone, ma anche di una ristretta comunità, non va più bene che il suo proprietario faccia "quello che vuole". Ci sono le servitù, ad esempio quelle di passaggio quando per andare in un certo posto siamo costretti o si è consolidata la consuetudine di passare per un terreno privato. Ci sono gli espropri, in alcuni casi nei quali il pubblico interesse per l'utilizzo di un bene è superiore a quello privato. C'è l'antitrust, che dovrebbe evitare che un soggetto privato si trovi in posizione dominante al punto da costituire un monopolio capace di imporre le proprie regole, senza che gli utenti abbiano la possibilità di scelta. C'è il diritto alla privacy.
Insomma, non dovrebbe essere così scontato che un soggetto come facebook possa fare quello che vuole.
E tanto meno che possa fare quello che vuole dei nostri dati e dei nostri rapporti sociali.
Ma non dobbiamo illuderci che questo presunto diritto verrà rispettato, non perché ci lamentiamo e ancora meno attraverso una legge utile allo scopo. Troppi precedenti ci fanno pensare ad una inadeguatezza della politica su questo fronte.
La tecnologia è troppo veloce, la politica è troppo lenta e ancorata al passato e quando si muove troppo spesso rimane l'impressione che gli interessi dei cittadini possano essere subordinati a quelli delle aziende.

Mare forza 9, fuggire si ma dove

Fuggire dal social network? Partire, lasciarsi indietro tutto e tutti, rifugiarsi in una isola deserta?
Qualcuno lo fa, a volte anche nel mondo reale. Ma non è una soluzione, non una che almeno io mi sento di suggerire. La scelta non può essere se vogliamo usare uno strumento per fare certe cose, o se vogliamo tornare a fare le cose a mano.

Sostituire Facebook con un altro social network in certi casi potrebbe significare cadere dalla padella alla brace.
Ad esempio spostandosi su quel Google+ ("google plus" o "google più" se vogliamo tradurlo in italiano), il servizio/social network che google ha creato per cercare di contrastare il successo di facebook, per adesso con risultati discutibili. Non solo perché G+ non sta funzionando bene come facebook, ma quanto per il fatto che google gestisce e conserva già una quantità enorme di informazioni su di noi: le nostre ricerche sul suo motore di ricerca che è il più usato, i video di youtube, le mail di gmail, le mappe di google maps, il browser chrome con tutte le password ai siti, il suo sistema operativo android che è ormai nell'80% degli smartphone venduti e quindi sa anche dove siamo e dove andiamo, e adesso google oltre i servizi che offre gratis in cambio della pubblicità, cerca sempre più di venderceli: musica, libri e da questi giorni anche film. Dovremo impegnarci per cercare di non cedere a google anche la nostra vita sociale più di quanto non stiamo già facendo.

Si tratta in pratica di decidere se possediamo uno strumento o se ne siamo posseduti.
Dobbiamo acquisire la capacità di controllare facebook per quello che ci serve, e togliere a facebook la capacità di controllarci. Per quanto possibile.
Facile a dirsi.
Vediamo cosa si può fare.

Quello che è tuo è mio, quello che è mio è mio

Le nostre foto, i nostri video, le nostre conversazioni non sono più nostre una volta che le carichiamo su facebook: «Ci concedi una licenza non esclusiva trasferibile sub-licenziabile libera da royalty, in tutto il mondo per poter utilizzare qualsiasi contenuto che tu pubblichi su facebook o in connessione con facebook (Licenza sulla Proprietà Intellettuale)» ci avvisa facebook quando ci iscriviamo in quel contratto che approviamo senza leggere.
Facebook può fare ciò che vuole di ciò che gli diamo.
Potrebbe succedere che da un momento all'altro Facebook blocchi o revochi il tuo account, conosco almeno 3 persone che fanno parte dei miei amici a cui è successo.
Non gli è stato spiegato perché, e infatti facebook semplicemente dice che sono state fatte delle azioni che violano le sue norme senza specificare esattamente quali.
È un'esperienza tutt'altro che piacevole e quasi sempre non c'è niente da fare.

Quindi dovremo assicurarci che le nostre foto, i nostri video, le nostre conversazioni non siano "intrappolate" dentro Facebook e che se le possa portare via insieme al nostro account.
Dobbiamo evitare il più possibile di caricare le nostre "opere" (immagini, filmati, testi, conversazioni, file di ogni genere) direttamente dentro facebook, ancor più se sono personali.
Possiamo caricarli su altri sistemi e mettere su Facebook solo il link, quando vogliamo pubblicarli per i nostri amici.
Ecco alcuni di questi servizi e il loro scopo:
  • file in generale: con Dropbox diventa facile aggiungere e togliere dei file, perché viene fatto direttamente su una apposita cartella del nostro disco che viene sincronizzata con quella on line (e con altri nostri eventuali computer, tablet o smartphone) e ha una apposita opzione per integrarsi con Facebook; o Mega molto interessante sul fronte della privacy e offre 50Gb
  • fotoFlickr, il servizio di Yahoo!, che offre l'enorme spazio di 1 Terabyte per foto ma anche video. Instagram no: se l'è comprata Facebook.
    Facebook non è riuscita a comprare Snapchat, neanche offrendo 3 miliardi di dollari. Cosa ha di particolare questa chat a immagini? Che dichiara espressamente che non pubblicherà le tue informazioni su Facebook ! Di questi tempi sembra incredibile che questa possa essere la formula del suo successo, ma è proprio così 
  • video: Youtube è sicuramente il migliore, ma come detto evitare quando possibile google e quindi potremo usare Vimeo o Dailymotion, più che il già citato Flickr
  • chat e mail: la maggior parte degli utenti ha una mail che non è su facebook, e magari usa altri sistemi di chat. Facebook ce la sta mettendo tutta per rendere il suo sistema di messaggi più comodo, integrando anche la chat e la mail, e se ci abitueremo a questo rinunciando agli altri sarà difficilissimo farne a meno. Whatsapp è ad esempio una chat che nel mobile sta insidiando le possibilità degli altri sistemi.

Spezzare il social graph

Il "social graph" è l'informazione più preziosa che Facebook ha dei suoi utenti. È la rete di collegamenti degli amici, gli amici degli amici, e così via.
Secondo la teoria dei sei gradi si separazione, siamo tutti collegati; il difficile sarebbe capire tramite chi, ma Facebook dovrebbe aver risolto questo problema.
Capita ad esempio che Facebook ci proponga persone che conosciamo, anche se non le abbiamo aggiunte noi esplicitamente, grazie al social graph.
Tramite il social graph è possibile individuare dei gruppi sociali ai quali magari non apparteniamo ma con i quali siamo contigui, perché anche se noi non lo sappiamo alcuni dei nostri conoscenti ne fanno parte; chi va con lo zoppo impara a zoppicare, e Facebook potrebbe capire che potremo in futuro imparare a zoppicare, qualunque cosa questo possa significare e per qualunque uso facebook ne vorrà fare. Ad esempio vendere queste informazioni a commercianti senza scrupoli che vogliono arrivare più facilmente a noi e ai nostri portafogli.
Oppure se siamo complottisti, potremo pensare per assurdo che queste informazioni possano essere utilizzate dai servizi segreti per conoscere tutti gli amici e amici degli amici di quel potenziale futuro terrorista che neanche lui sa ancora di esserlo, sempre per assurdo che un governo che soffoca i suoi sudditi con le tasse voglia conoscere nel dettaglio cosa fanno, chi frequentano e quale tenore di vita conducono i suoi cittadini per poter spremerli ulteriormente; sono ipotesi distopiche, ma tecnicamente realizzabili.
Questo social graph è la rete a maglie strette dalla quale è più difficile uscire, ma bisogna fare qualche tentativo. Almeno nel confondere un pò le carte alla ricerca di un pò di privacy.
Dovete dare l'amicizia a tutti ma proprio tutti i vostri amici, nemici, parenti e conoscenti su facebook? Forse no. Meglio di no. Ci sono degli amici, parenti e colleghi stretti e vicini i cui rapporti sociali non hanno niente da guadagnare se mediati da facebook. E contemporaneamente ce ne sono così lontani per i quali probabilmente se ne può fare a meno.
Magari si possono confondere le idee aggiungendo persone che non conoscete e che sono completamente incompatibili da quelle che vorreste conoscere.

Le impronte quando andiamo in giro

Quando andiamo su altri siti, spesso vediamo le classiche iconcine di facebook che ci invitano a cliccare per far sapere a tutti i vostri amici che quella pagina "vi piace". Ma Facebook non ha bisogno che voi clicchiate sopra quell'iconcina per registrare che avete visitato quella pagina. Quella immagine viene fornita dai server di facebook, e così facebook conosce anche tutti i siti che avete anche solo visitato.
Cosa possiamo fare? Quando usciamo da facebook, scolleghiamoci da facebook. Scegliamo l'opzione "esci". Certo è scomodo dover ogni volta rimettere nome e password, ma ne può valere la pena.

Sporchiamo la bacheca

Ogni volta che entriamo nella bacheca, la pagina principale di facebook che in inglese si chiama news feed, troviamo tante cose nuove interessanti: post di amici, notizie delle pagine e dei gruppi che ti piacciono, e sempre più spesso pubblicità camuffata ad arte per sembrare un semplice post e quindi sembrare meno invadente. Ma come fa facebook a decidere se un post di un amico o di un gruppo debba andare prima di un'altro, o se qualcosa non valga la pena di essere visualizzata nella nostra bacheca perché probabilmente non ci interessa?
Attraverso tutto quello che abbiamo detto prima: facebook registra tutto quello che facciamo, dentro e fuori facebook. Non tiene conto solo delle cose alle quali abbiamo cliccato "mi piace". Ricorda di quali amici, gruppi e pagine abbiamo visitato la bacheca, l'elenco degli amici e le informazioni, ricorda
Attribuisce un peso ad ognuna di queste azioni e attraverso questo peso stabilisce cosa e in che ordine farci vedere le cose.
È comodissimo, veniamo aggiornati solo su ciò che ci interessa, ma a che prezzo?
Forse possiamo ancora reagire.
Come nel film matrix, dobbiamo scegliere: pillola rossa o pillola blu.
Pillola azzurra, fine della storia: rimani su facebook. Gli dici (o meglio gli consenti di sapere) tutto su di te anche cose che neanche immagini, e la tua bacheca e la tua vita sul social network saranno sempre più personalizzate e comode.
Ma se inizi a capire quanto può essere profonda la tana del bianconiglio, se il caldo abbraccio di facebook inizia ad essere soffocante, bisogna ingoiare quella dannata pillola rossa.
Mischiare le carte. Pasticciare deliberatamente sulla bacheca per fare in modo che le nostre scelte, ciò che guardiamo e consultiamo sul social network, non siano riconducibili a chi siamo veramente.
Provate per un periodo non troppo breve a "recitare" una parte, ovvero immedesimatevi in un "tipo di persona" abbastanza diverso da ciò che siete e scegliete di seguire sul social network ciò che quel "tipo" sceglierebbe, per capire quanto le informazioni che vengono proposte poi si adegueranno a ciò che facebook crederà di voi. Questo ci può servire a capire quanto questa "profilazione" è profonda, e capire il problema significa averlo mezzo risolto.
Purtroppo, anche dopo aver capito, anche dopo aver preso la pillola rossa, potresti decidere che alla fine vale la pena lasciarsi andare. Come il personaggio Cypher di Matrix che sceglie la vita falsa, perché più comoda, ma farà comunque una brutta fine.

Usare social network specializzati

Allo stesso modo con cui dovremo togliere a facebook contenuti, anche l'uso di social network (o come li chiamano adesso "social media") specializzati, può diminuire la profondità del nostro social graph.
  • linkedin. per i contatti professionali: si potrebbe evitare di aggiungere i colleghi come "amici" di facebook se non li frequentiamo al di fuori dell'ambito lavorativo, ed usare ad esempio linkedin che è specializzato per questo scopo;
  • twitter.  invece di mettere "mi piace" nelle pagine facebook di politici, personaggi famosi, giornali, trasmissioni televisivi potrebbe essere meglio usare twitter per avere una lista di notizie relativa a questi soggetti

Diaspora

Questo è per i più temerari, e se non vi sentite di esserlo, potete saltare questo punto.
Da un pò di tempo c'è questo social network Diaspora https://joindiaspora.com/ non proprietario, distribuito, e quindi non ha un signor Zuckerberg o un consiglio di amministrazione che può decidere di cambiare le regole alle quali dobbiamo sottostare magari con l'intento di fare più soldi.

Non è bello come Facebook, non ha le funzioni di Facebook, e forse non arriverà mai ad avere i suoi utenti. Non potremo convincere neanche tutti i nostri amici da usarlo, però perché non mettersi d'accordo con qualche gruppo particolare di conoscenti, per spostare lì alcune discussioni, e togliere qualche altro pezzo della nostra vita da Facebook?

Commenti

Anonimo ha detto…
non credo che sloggandosi si eviti il fatto che i siti con social buttons ci spiino altri cookie sempre di fb rimangono, scade semplicemente il cookie che indica se siamo loggati o meno
Luigi ha detto…
Un gruppo di ingegneri del Politecnico di Milano sta provando a creare un'alternativa sostenibile a Facebook e a tutti gli altri social, proteggendo tramite la crittografia la privacy dei propri utenti. Si chiama Snake e secondo me vale la pena dargli fiducia! http://www.indiegogo.com/projects/snake-the-privacy-aware-social-network

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