Lost ... opportunity

Inizia la nuova stagione, la sesta e ultima della serie di telefilm Lost, e porta una novità.
Non tanto nella serie in se stessa, ma quale dimostrazione dell'impatto che Internet sta avendo sulla televisione.
A soli 8 giorni dalla programmazione negli Stati Uniti, le puntate vengono trasmesse in italia sul canale satellitare Fox di Sky.
Ma ancor prima riesce a fare Telecom grazie a Internet: a 24 ore dalla messa in onda negli Usa, il nuovo episodio di Lost è disponibile su tre piattaforme internet di Telecom Italia: sul normale web (all'indirizzo lost.cubovision.it), su IPTv di Alice e su Cubo Vision, il nuovo set top box di Telecom.
In tutte queste modalità ogni nuovo episodio costa 1,99 euro ed è disponibile "on demand" (l'utente può vederlo in qualsiasi momento, senza vincoli di palinsesto); ma diversamente dal canale di Sky, sarà in lingua originale, ma con i sottotitoli in italiano.

Too little, too late, ovvero troppo poco e troppo tardi: gli utenti nel corso degli anni si sono abituati a scaricare da Internet i telefilm, e anche il sito del Corriere della Sera nell'articolo "Lost all'italiana... via web" parlando di questa offerta della telecom, sentenzia "anche se la maggioranza di chi ha sete di Lost resterà fedele adepta dei vari Verzaverde, Metalmarco e soci"

Mi ricordo alcuni anni fa, un incontro in aereoporto con Mario Mariani, ex A.D. di Tiscali, che mi parlava con entusiasmo del progetto di iptv che Tiscali avrebbe messo sul mercato da lì a poco.
Le mie obiezioni erano su un modello troppo legato al passato, con troppi lacci quali il walled garden (che invece veniva visto come un'esigenza e un'opportunità), la mancanza di visualizzazione di contenuti del web, e gli citai proprio le comunità di italian subs addicted e subsfactory, come esempio di come la rete riesca a creare aggregazione per raggiungere un obbiettivo anche ambizioso come quello della traduzione delle serie tv non ancora uscita in Italia.
Mario continuava a parlarmi della vecchietta abituata al telecomando, quale target al quale era necessario riferirsi.
Ma per me era come cercare di vincere una corsa guardandosi indietro.

Dopo poco più di un anno, l'iptv di Tiscali ha chiuso, mentre le comunità dei sottotitolatori rangiungono risultati incredibili e condizionano il mercato.
Una formidabile spinta dal basso.
E da questo successo dovremo imparare la lezione: credo sempre più che presto il termine "contenuti" inizierà ad essere obsoleto, sostituito dal prodotto della "comunicazione" tra gli utenti, che riusciranno ad aggregarsi per produrre nuove forme di espressione e intrattenimento, incompatibili con lo schermo dotato di telecomando che oggi vuole monopolizzare il tempo libero del salotto

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