Un dirigente di Google critica il web semantico a Berners-Lee

Durante una recente conferenza a Boston sull'intelligenza artificiale, c'e' stato un interessante confronto tra Berners-Lee (l'ideatore del protocollo del web, per i pochi che non lo sanno) e Peter Norvig, un dirigente di Google.
L'intervento di Berners-Lee parlava della necessita' di rendere il piu' possibile semantico.
Un web semantico significa che il contenuto viene reso disponibile nel web non solo per essere visualizzato tramite un browser, ma anche per essere "capito" nelle sue componenti e riutilizzato da altri servizi. In questo senso molto si sta facendo grazie al protocollo XML, anche se siamo lontani dal poter dire che il web sia oggi semantico, soprattutto nella comunicazione tra applicazioni.

Peter Norvig di Google, tra il pubblico nella conferenza, ha preso la parola dicendo: "molti mi chiedono perche' io sia contro il web semantico. Non sono contro il web semantco, ma dalla prospettiva di Google ci sono alcuni problemi da risolvere. Il primo e' l'incompetenza: ci sono milioni di web master che non sanno configurare un server web, e non sanno scrivere html. E per loro e' difficile fare questo passo in avanti.
L'altro problema e' la competizione. Alcuni provider commerciali dicono 'io sono il leader. Perche' dovrei standardizzare? Il terzo problema e' l'inganno. Ogni giorno Google ha a che fare con persone che cercano di ottenere un pagerank piu' alto nei risultati delle ricerche e cercando di vendere agli utenti viagra anche quando non e' quello che gli utenti stanno cercando. Con una minore supervisione umana con il web semantico, abbiamo paura che sara' piu' semplice riuscire ad essere ingannevoli."
Ma su questo Berners-Lee ha precisato che un web semantico deve avere anche la capacita' di individuare la fonte delle informazioni, e identificare il perche' le informazioni sono affidabili, non solo il contenuto stesso delle informazioni.


E poi il problema dei dati: con il web semantico i dati sono accessibili dalle applicazioni, quindi esporre il proprio database puo' essere visto come un rischio. Ma come risposta di Berners-Lee ha citato i negozi di libri, che inizialmente non rendevano pubblica la disponibilita' del proprio catalogo e i prezzi di acquisto, ma alla fine lo hanno fatto come gli altri.


Google exec challenges Berners-Lee | CNET News.com: "A Google executive challenged Internet pioneer Tim Berners-Lee on his ideas for a Semantic Web during a conference in Boston on artificial intelligence."

Commenti

Anonimo ha detto…
complimenti per il blog, anzi per tutto il sito. è veramente carino e funzionale.

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