Google.com vuole espandere a tutti i tipi di media il suo sistema pubblicitario

Dal New York Times


Per molti versi, i due fondatori di Google sembrano una coppia improbabile per portare ad una rivoluzione del mercato pubblicitario. In un documento accademico, avevano fatto capire la loro idea che i motori di ricerca finanziati dalla pubblicita' sono intrinsecamente orientati a favorire i pubblicitari e si allontanano dai bisogni del consumatore
Avvicinandosi agli investitori avevano ammorbidito questa posizione accettando che la vendita di pubblicita' sarebbe stata una rete di salvataggio se le loro idee, meno fastidiose per gli utenti, non avessero funzionato.
Google nel primo anno crebbe in popolarita' ma non aveva ricavi significativi fino a quando i fondatori, riluttanti, dovettero affidarsi a quella rete. Ma anche allora, approcciarono la pubblicità con la prospettiva da ingegneri: le inserzioni sarebbero apparse piu' simili ai messaggini dei biscotti della fortuna che qualunque altra cosa i pubblicitari finora avevano tirato fuori.
Per come sono andate le cose, la rete di salvataggio e' stata un trampolino. Quelle piccole inserzioni - 12 parole di testo, collegate ad argomenti ai quali gli utenti sono realmente interessati - hanno trasformato Google in uno dei piu' grandi veicoli pubblicitari che si siano mai visti. Quest'anno, Google vendera' 6,1 miliardi di dollari di pubblicita', piu' del doppio di quanto abbia fatto l'anno scorso, secondo l'analista Anthony Noto di Goldman Sachs. Che corrisponde a piu' di quanto sia venduto da qualunque cordata di giornali, editore di riviste o rete televisiva. L'anno prossimo, Google dovrebbe avere ricavi pubblicitari per 9.5 miliardi di dollari. Posizionandosi quarta per totale delle vendite pubblicitarie tra i grandi gruppi dei media americani dopo Viacom (CBS, Paramount, Sony Pictures, MTV, ...), News Corporation (Murdoch) e Walt Disney, ma prima di giganti quali NBC Universal e Time Warner.
Non contenta di tirar fuori dollari dalle ricerche sul web, Google sta sfruttando le sue ricaduta per pagare un eclettico insieme di progetti ambiziosi che hanno il potenziale di squassare altre industrie. Tra le altre cose, offrire una rete gratuita di accesso senza fili a San Francisco, digitalizzare quasi ogni libro che sia stato pubblicato e testare un sistema di pubblicita' referenziata chiamato Google Base (secondo alcuni il concorrente di eBay).
Piu' silenziosamente, Google si sta anche preparando a sconvolgere lo stesso mercato della pubblicita', sostituendo i venditori creativi con fredde elaborazioni numeriche. Le premesse finora sono che la pubblicita' e' piu' efficace quando vista solo da persone che sono interessate in cio' che e' invendita, basata su cio' che stanno cercando da leggere sul web. Poiche' i clienti che comprano pubblicita' a Google pagano solo quando l'utente ci clicca, ne possono misurare precisamente l'efficacia - e sono maggiormente disposti a pagare la pubblicita' che gli fa vendere veramente i loro prodotti.

Nascosta dietro alle sue semplici pagine bianche, Google ha gia' creato quello che dice essere uno dei piu' sofisticati sistemi di intelligenza artificiale mai costruiti. In una frazione di secondo, puo' valutare milinoni di variabili sui suoi ntenti e inserzionisti, correlarle con il suo potente database di miliardi di inserizioni e fonrnire il messaggio al quale l'utente e' piu' probabile che risponda.

Grazie a questa tecnologia, gli utenti cliccano sulle inserzioni dal 50 al 100% in piu' su Google di quanto non lo facciano su Yahoo!, stima sempre Mr. Noto, ed e' un potente driver per la crescita e i profitti di Google.
Google gia' vende la pubblicita' su molti altri siti su Internet (incluso in New York Times), e si sta anche muovendo per provare a vendere le pubblicita' interattive preferite dagli uomini del marketing che vogliono promuovere marchi piuttosto che vendere direttamente prodotti. E ora si sta preparando a estendere la sua tecnologia praticamente su qualsiasi altro media, principalmente nella televisione. Si sta orientando verso un mondo di set top box digitali e televisione distribuita su Internet che consentira' di mostrare gli spot personalizzati per ogni spettatore, come adesso fa per le pagine web.
"Se troviamo il modo di migliorare la pubblicita' televisiva con inserzioni che abbiano un vero valore per l'utente, dovremo farlo" dice Eric E. Schmitdt, presidente di Google. "Perche' quando guardo la televisione devo vedere la pubblicita' di abiti femminili, e invece non vedo solo quella di abiti maschili?"
I media e le industrie pubblicitarie sicuramente vedono un futuro nella pubblicita' mirata al singolo spettatore. Ma pochi al di fuori dai tecnici che lavorano da Google pensano che la pubblicita' televisiva debba essere utile, invece che attraente, provocatoria o fastidiosamente ripetitiva - i modelli che hanno funzionato finora.

Google Wants to Dominate Madison Avenue, Too - New York Times 30 Ottobre 2005

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