PI: iPod video a settembre?

Tre settimane fa, parlando della rivoluzione podcasting scrivevo "questo processo inevitabilmente ne scatenerà in un futuro non troppo lontano uno analogo nei video e quindi nella televisione."
A quanto pare questo futuro sembra avvicinarsi sempre più in fretta.
Punto Informatico riporta l'articolo del Wall Street Journal: PI: iPod video a settembre?, secondo cui Apple avrebbe ormai quasi chiuso alcuni accordi per la distribuzione di video musicali attraverso Internet.
L'Apple ha annunciato che tramite iTunes (il software dell'iPod) in questi giorni ha raggiunto la quota di mezzo miliardo di canzoni vendute, confermando l'iPod come il monopolista della vendita musicale on line, con una percentuale di mercato stimata nel 90%, anche se Apple fa più soldi dalla vendita degli iPod che da quella dei brani musicali ... e la vendita degli iPod corrisponde ad un terzo di tutte le vendite della Apple.
Su Zdnet/Cnet ci avvisano (Apple videos hint at film ambitions) che il problema potrebbe non essere solo sul fronte tecnologico, ma su quello degli accordi con Hollywood, i cui manager in questo momento potrebbero non essere molto contenti di mettere a rischio i ricavi provenienti dalla vendita dei DVD, ricavi che hanno superato quelli delle vendite dei biglietti nelle sale cinematografiche.
Ma se c'è qualcuno che può avere successo in questa impresa, quello potrebbe essere proprio Steve Jobs, secondo molti dirigenti e analisti del settore, grazie al successo nella vendita della musica on line e ai suoi contatti e alla sua esperienza come dirigente della Pixar Animation Studios.
Mettiamo insieme quindi un pò di pezzi per vedere il quadro:
- quando si installa la nuova versione di iTunes sul proprio computer, viene installato automaticamente anche Quicktime, il player video della Apple
- la nuova versione di Quicktime supporta il codec H.264, ottimizzato per vedere video ad alta risoluzione con minor consumo di banda dei suoi predecessori
- la Apple sta rilasciando nuovi prodotti, come il Mac Mini e l'Airport Express che costa $129 e serve per trasmettere musica allo stereo in modalità wireless. Versioni future potrebbero essere allo stesso modo essere orientate alla gestione di film e televisione.

E il podcasting in tutto questo cosa centra?
In questo momento la spinta del podcasting, sul contenuto audio, arriva dal basso. Stanno proliferando i fornitori (ma chiamiamoli utenti) di contenuti, per lo più solo audio e non musica, che non hanno come obbiettivo quello di costruirsi un modello di business, ma solo di utilizzare un nuovo canale di comunicazione.
In modo simile ai weblog, ma (come dice Adam Curry) mentre i weblog occupavano lo spazio dell'informazione testuale, la cui offerta off-line era già molto variegata, per l'ascolto audio dominato dai broadcaster detentori dei diritti sulle frequenze, il podcast diventa una opportunità senza precedenti.
Potrà succedere la stessa cosa con i video? Con gli utenti che si trasformano in piccoli registi? E' improbabile, se pensiamo al content come film di 2 ore di qualità cinematografica.
Ma pensiamo a trasmissioni come paperissima o real tv, il cui contributo dell'uomo comune è fondamentale.
Ma pensiamo a trasmissioni come paperissima o real tv, il cui contributo dell´uomo comune è fondamentale.
Con il podcast non c'è bisogno di periodicità regolare, di palinsesti. Basta dare al podcast un argomento che renda congruenti i video, e quando messi a disposizione verranno scaricati automaticamente dagli utenti che a quel podcast si sono iscritti.
E con il ritmo di crescita dei podcast, avremo presto chi offrirà collezioni (moderate e non) aggiornate di podcast.

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