Dagli smartphone una tecnologia devastante

In inglese si direbbe "disruptive innovation", ma a me piace chiamarla innovazione devastante.
Una innovazione capace di devastare in pochissimo tempo i concetti e modelli dell'informatica, di internet e della telefonia mobile come siamo abituati a pensarla.
Prendiamo come esempio i navigatori satellitari. Ho letto un forum dove si dibatteva sul fatto che gli smartphone potessero o meno soppiantare i navigatori: i "conservatori" adducono motivazioni come la copertura dei cellulari, la dimensione dello schermo, e anch'io un anno fa appena dopo l'uscita di Google Maps Navigation per Android mi trovavo ancora ad accendere il Tom Tom in alcuni casi.
Ma dopo pochi mesi tutto è cambiato.
Adesso ad esempio da Navigation premo l'icona "Pronuncia destinazione" e dico "Farmacia", non devo distrarmi consultando scomode liste di risultati, o premere qualcos'altro: Navigation effettua il riconoscimento vocale, sa dove mi trovo e mi propone direttamente il percorso verso la farmacia più vicina. Il Tom Tom è mesi che non esce più dal cassetto. Anche le obiezioni relativamente alla copertura mobile (o wi fi) trovano risposta tramite il salvataggio in cache del percorso.
La tecnologia devastante non è solo l'hardware dello smartphone, che sicuramente alla potenza del pc aggiunge gps, accelerometro, bussola, telecamera, touch screen, etc. ma anche e soprattutto il fatto che l'app dello smartphone è solo l'interfaccia verso la vera applicazione che si trova sui server e che oltre ad un ottimo algoritmo è dotata e capace di ospitare una quantità enorme di informazioni.
Un'altro esempio è la recente Google Doc App per Android. Per i pochi che non lo sanno, google doc è la risposta di Google ad Office, dove in perfetto stile google i documenti vengono salvati sui server e per gestirli basta un browser.
A prima vista l'app di Android sembrerebbe un banale sostituto di quanto già si possa fare con lo stesso browser dello smartphone. Ma premendo l'icona per aggiungere un documento, compare l'opzione "Document from photo" e qui si apre il nuovo mondo, o meglio cambia il vecchio: si punta la telecamera su un documento, si scatta, e a quel punto l'immagine viene mandata nei server di google, viene fatto l'ocr dell'immagine, e ci si ritrova nel proprio account il documento editabile e classificabile comodamente senza troppi passaggi.
Per chi come me odia la carta è una manna, abituato ad accendere scanner, mettere i documenti, caricare programma, scegliere nomi di file, lanciare ocr e memorizzare il risultato: per quanto mi sia scritto uno script per automatizzare i passaggi, qui siamo ad un altro livello.
C'è da dire che l'immagine del documento ripresa dal cellulare non è il massimo (se confrontata con uno scanner piano) e l'ocr non è perfetto, ma il risultato è già ottimo e mi aspetto grandi miglioramenti

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